Teatro La Fiaba, Firenze, Compagnia Fiaba Junior – 4 e 5 maggio 2024)

Il perfetto anagramma di cattiveria è creatività. L’uomo cattivo (captivus) è inoltre un uomo in “cattività” ovvero un uomo prigioniero.
La cattiveria è quindi una condizione umana che ci deriva dall’impossibilità di esprimere la nostra creatività (che è infinita, in quanto creati a somiglianza di Dio), perché prigionieri di una situazione a noi misteriosa.
La nostra captivitas è dentro di noi, non è un atteggiamento, è uno stato di esistenza. Non serve rimuovere l’idea e nemmeno relegarla nell’etica.

Il Dr. Jekill ha capito questa realtà, cerca di comunicarla ai suoi colleghi, ai suoi amici, ma non viene capito.
Non sta bene pensare che tutti siamo cattivi, che abbiamo un’altra persona dentro di noi capace di fare cose abominevoli, che questa persona cattiva è nel nostro corpo, il nostro corpo infatti si trasforma nel fare il male, la nostra forma si “de-forma”, Hyde è ripugnante, è volgare; diventiamo disarmonici anche fisicamente quando la nostra “captivitas” diventa dominante.
Abbiamo bisogno di essere liberati, fisicamente, biologicamente liberati, perché il nostro spirito e il nostro corpo sono intimamente uniti. Ma da soli non possiamo. Dobbiamo farlo gentilmente, con comprensione, accogliendo e non combattendo, comprendendo e non rifiutando, altrimenti il risultato sarà la distruzione della parte cattiva, ma anche della parte buona di noi.

Jekill/Hyde si uccide e uccide nel disperato tentativo di mantenere in vita la sola parte buona distruggendo la cattiva, ma non sarà possibile.
La strada allora è un’altra: ma quale? La realtà rimane un mistero senza soluzione?
Forse il “captivus” deve cercare una via di liberazione che non comporta una violenza su se stesso / sugli altri, un’alternativa che ancora non si scorge.
Oltre la violenza del colpo di pistola, che non risolve ma distrugge, nella nostra rappresentazione teatrale arrivano proiettati sullo sfondo alcuni versetti di un salmo che sembrano stonare con la trama della vicenda drammatica, quasi rompono l’atmosfera di angoscia davanti all’uomo che ha fatto la terribile scoperta di
non poter da solo risolvere la realtà della sua scoperta.

Questi versetti del Salmo “fuori contesto” sono forse una fessura, una via di uscita da questa realtà che sembra irrisolvibile? C’è forse una luce in quella fessura?
Jekill e Hyde non possono rispondere, la domanda rimane a noi.
Vi aspettiamo al prossimo spettacolo.

La Compagnia Fiaba Junior.

(L’autore del libro, Robert Louis Stevenson, ha scritto l’ultima stesura del suo romanzo in soli tre giorni dopo
essersi ripreso da un’aggravamento della tubercolosi, di cui soffriva da tempo. E’ morto dopo pochi giorni
dall’ultima stesura. Il romanzo è stato pubblicato postumo dalla moglie Fanny Van De Grift)