3ª DOMENICA T.O. – ANNO A

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Canto

 

Atto penitenziale

Signore Gesù, la tua luce splende nelle tenebre ma le nostre tenebre non ti accolgono: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

Cristo Signore, la tua parola ci chiama alla tua sequela, ma noi non abbandoniamo tutto per seguirti: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!

Signore Gesù, l’indifferenza alla tua preghiera per l’unità, le resistenze della nostra mediocrità, l’indurimento delle nostre certezze, aumenta la sofferenza causata dalle nostre separazioni: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

O Dio, che hai fondato la tua Chiesa sulla fede degli Apostoli, fa’ che le nostre comunità, illuminate dalla tua parola e unite nel vincolo del tuo amore, diventino segno di salvezza e di speranza per coloro che dalle tenebre anelano alla luce. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Prima Lettura    Is 8,23b.9,1-3

Dal libro del Profeta Isaia
In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Mádian.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 26 (27)

Rit. Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Rit.
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Rit.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Rit. Il Signore è mia luce e mia salvezza.

 

Seconda Lettura    1Cor 1,10-13.17

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire.
Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo».
È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?
Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo         Cf. Mt 4,23

Alleluia, alleluia
Gesù predicava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.
Alleluia, alleluia

VANGELO  Mt 4,12-23

Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.

 

La professione di fede

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. (si china il capo) Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

 

 

Il popolo
che abitava
nelle tenebre
vide una
grande luce

 

 

La nostra preghiera di oggi

Fratelli e sorelle, al Signore nostro Dio che ancora oggi ci chiama a seguire suo Figlio Gesù Cristo eleviamo la nostra supplica.

  • Concedici, Signore, di non scoraggiarci dei pesi e delle tenebre del nostro cammino:
    – tu vuoi condurci alla libertà e alla felicità più grande.
  • Donaci, Signore, di vivere alla tua sequela nella libertà e per amore,
    – e annunceremo a tutti gli uomini la bellezza della vita cristiana.
  • Insegnaci, Signore, ad ascoltare e meditare le parole di Gesù,
    – e troveremo in esse il nutrimento della nostra vita spirituale.
  • Accendi, Signore, in noi il fuoco del tuo Spirito
    – affinché si estingua ogni inimicizia tra i cristiani e ci faccia custodire l’esigenza dell’unità e la ricchezza della diversità.
  • Signore, il 27 gennaio, celebriamo il Giorno della Memoria, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni naziste in Europa,
    – fa’ che diventi per ognuno impegno forte a far crescere il rispetto e la dignità per tutti gli uomini, di qualsiasi etnia, religione, popolo, nazione e condizione sociale.
  • Infondi, Signore, in noi la speranza che insieme a Daniele, Franco, Irene e a tutti i nostri fratelli e sorelle defunti
    – risorgeremo in Cristo per la vita eterna.

(Tutti): Signore Dio, che chiami alla conversione i tuoi credenti, dona al tuo popolo l’unità che tu vuoi, e fa’ che rigettiamo lo spirito di divisione per essere fedeli tuoi servi, uniti al Pastore della tua chiesa, Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce. (Mt 4,16)

 

Comunione

 

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Gesù luce del mondo: Giovanni 8,12-20; 12, 20-50; Efesini 5,1-20.

Letture di domenica prossima, 4ª del Tempo ordinario
Sofonia 2,3; 3,12-13; Salmo 145; 1Corinzi 1,26-31; Matteo 5,1-12a.

Il continente di tenebra
La Parola di Gesù, nella sua sostanziale pienezza, è un evento, non è un discorso: Gesù non è un maestro affidato a dei libri. Io testimonio che se voglio dentro di me – a prescindere dai condizionamenti della fede – avere una immagine luminosa di umanità, se mi interrogo su che significa essere veramente uomini, io mi riferisco a Gesù e a ciò che Egli ha vissuto e ha fatto […]. Il vero cristiano è solo Gesù. Chiunque ha la conoscenza della storia sa bene che dietro certi personaggi che entrano nel Pantheon dei nostri santi, c’è stata tanta miseria, tanta schiavitù mentale… Abbiamo dei santi che hanno fatto bruciare le streghe in piazza! Dobbiamo dirlo e insegnarlo, perché non avvenga (ditemi voi se non è vero) che man mano che un giovane diventa criticamente maturo crolla la sua educazione religiosa. A volte, crescere nella ragione significa, di necessità, perdere la fede. Ma quale fede? La fede costruita su miti e non sulla verità pura del Vangelo. Chi, annunciando veramente il Vangelo, sembra distruggerlo, costruisce. Chi educando, ed approfittando della debolezza dell’animo umano, costruisce altari ed idoli sacri, sembra che abbia costruito, ma se viene appena l’anelito della luce – e la luce scaturisce dall’intimo della coscienza umana e passa attraverso l’esercizio critico della ragione – il meraviglioso santuario religioso casca per intero.
Rimaniamo fedeli alla sobrietà del Vangelo. È significativo quel che dice qui Paolo: io annuncio il Vangelo, ma non con discorsi sapienti. I “discorsi sapienti” son discorsi astuti, che utilizzano le categorie dominanti per catturare le anime.
Paolo ci provò, in un momento di apparente trionfo ad Atene, ma rimase sconfitto perché si era dimenticato che quello del Vangelo è un annuncio che mette sotto giudizio anche la sapienza. Io non accetto di confrontare la parola evangelica con nessun libro degli uomini; né voglio modellare il Vangelo sulle sapienze umane, anche se, fatalmente, uso le parole dell’umana sapienza! […]
Notate come l’annuncio del Regno non passa attraverso il prestigio degli strumenti. Se Gesù si fosse conformato all’ideologia di certe centrali pastorali della Chiesa, avrebbe dovuto prendere tre o quattro professori di università; degli intellettuali di grosso livello. Questo peccato si è compiuto dopo, quando gli annunciatori del Vangelo hanno dovuto prepararsi con molti anni di teologia e con titoli per poter predicare. I poveri sono stati messi ai margini. Gli apostoli erano gente povera, che per lo più non sapeva nemmeno leggere. […] Pietro non sapeva scrivere. Aveva l’interprete accanto a sé per annunciare il Vangelo a Roma – perché non sapeva nessuna lingua.
Questa visibile povertà è la forma del Vangelo che ci obbliga a misurarci con ciò che è fuori dai nostri quadri, a ritrovare, dunque, la radice dell’uomo. Gesù passa e guarisce i malati; dinanzi a Lui l’uomo si rivela malato. È un altro tratto del Vangelo davvero sconcertante. Il Vangelo parla sempre di malati! Gesù passa ed arrivano malati nei loro lettucci, storpi, ciechi… Tutto ciò che è sotto le pietre della normalità. È l’uomo che si rivela malato. Egli è venuto per i malati, non per i sani, che non ne hanno bisogno. Ma nessuno è sano! È venuto a guarire i peccatori, non i giusti. Ma i giusti non ci sono. Questo scoperchiamento della falsa immagine della dignità e della giustizia è già un annuncio del Regno.
Gesù ci chiama e noi si va. […] Si va, non perché siamo liberati, ma perché vogliamo esserlo. Questo gruppo di discepoli attorno al Signore non è un gruppo di illuminati. Il Vangelo su questo punto non bara mai; non capiscono nulla fino in fondo. Questi apostoli che scappano non sono dei sapienti attorno al maestro, rimangono dei poveri uomini resi forti e straordinariamente coraggiosi dalla luce della Resurrezione. La forza della sapienza di fede vince ogni loro debolezza, e muoiono tutti uccisi.
Questo non è un episodio del passato: è norma. E se questo non avviene è segno che l’annuncio non è fatto come dovrebbe essere. Chi annuncia il Vangelo non può che irritare gli schiavi. Una volta Gesù entrò in un paese: guarì un indemoniato e il paese disse: per favore scansati da noi perché sei pericoloso! ” Ci rovini tutti “, dice il Vangelo. I nostri ordini costituiti campano su una specie di simmetria delle malattie: un ladro qui e un ladro là; un furbo qui e un imbecille là, creano simmetrie. Le professioni creano le loro simmetrie sui vizi degli uomini. Se venisse uno che liberasse le coscienze sarebbero contro di lui i magistrati, gli avvocati, i professori… tutti i difensori dell’ordine costituito che giocano sull’umana miseria. Gesù è passato ed è stato crocifisso.
Ed è difficile portare fino in fondo questa tesi, senza urtare contro punti delicati della nostra impostazione mentale. Mentre la parola del Cristo Crocifisso è parola di liberazione da ogni dipendenza umana, qui, nella comunità di Corinto, c’erano delle fazioni: “Io sono con Pietro, io sono con Paolo, io sono con Apollo…”. Si dividono. Dice Paolo: Chi vi ha liberati? Gesù Cristo è stato crocifisso per questo.
Quando, all’interno della Chiesa, invece di riferirci al Cristo, ci riferiamo a quel vescovo, a quel prete, a quel teologo e litighiamo, noi diamo spettacolo di schiavitù, di dipendenza mentale. Noi rimettiamo la coscienza in mano ad altri, mentre dovremmo averci solo un Maestro, il Cristo. Questa liberazione, anche dentro la Chiesa, è difficilissima!
Ernesto Balducci