ASCENSIONE DEL SIGNORE – ANNO C

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Canto


Atto penitenziale

Fratelli e sorelle carissimi, invochiamo la benedizione di Dio nostro Padre perché questo rito di aspersione ravvivi in noi la grazia del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.

Padre, gloria a te, che dall’Agnello immolato sulla croce fai scaturire le sorgenti dell’acqua viva.
Gloria a te, o Signore.

Cristo, gloria a te, che rinnovi la giovinezza della Chiesa nel lavacro dell’acqua con la parola della vita.
Gloria a te, o Signore.

Spirito, gloria a te, che dalle acque del Battesimo ci fai riemergere come primizia della nuova umanità.
Gloria a te, o Signore.

Il prete prende l’aspersorio e asperge se stesso e i ministri, poi il clero e il popolo.

Dio onnipotente ci purifichi dai peccati e per questa celebrazione dell’Eucaristia ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno nei secoli dei secoli. Amen.

Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo
e non vi ritornano senza irrigare
e far germogliare la terra,
così ogni mia parola non ritornerà a me
senza operare quanto desidero,
senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata.
Ogni mia parola, ogni mia parola
(2 volte)

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.

Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

Dio onnipotente, concedi che i nostri cuori dimorino nei cieli, dove noi crediamo che oggi è asceso il tuo Unigenito, nostro redentore. Egli è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Prima Lettura    At 1,1-11

Dagli Atti degli Apostoli 
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale    dal salmo 46 (47)

Rit. Alleluia, alleluia, alleluia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Rit. Alleluia, alleluia, alleluia.

 

Seconda Lettura    Eb 9,24-28; 10,19-23

Dalla lettera agli Ebrei 
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo     

Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. (Mt 28,19a.20b)
Alleluia, alleluia.

VANGELO  Lc 24,46-53

Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore.
Lode a te, o Cristo.

 

La professione di fede

Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Credo.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.
Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatti rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

Mentre li benediceva,
si staccò da loro
e veniva portato su,
in cielo

 

 

 

La nostra preghiera di oggi

Gesù Cristo, nostro Signore, sta davanti alla maestà di Dio e intercede in nostro favore. Animati da questa certezza, contempliamo l’opera del Signore: Lode a te, Signore di gloria!

  • Signore, tu hai compiuto la tua opera:
    – vincitore sulla morte e sugli inferi, sei entrato in cielo alla destra del Padre.
  • Sei stato elevato da terra di mezzo ai tuoi discepoli,
    – sei stato assunto in cielo e tornerai un giorno allo stesso modo.
  • Le creature dei cieli hanno trasalito di gioia, la sorte di noi uomini mortali è mutata,
    – l’uomo ha peccato ma tu, uomo e Dio, ci hai riconciliati con il Padre.
  • Sacerdote santo e unico mediatore tu presenti al Padre il sacrificio,
    – offerto una volta per tutte sulla croce.
  • Esaltato alla destra di Dio Padre, hai ricevuto il Nome che è al di sopra di ogni altro nome
    – e ogni lingua proclama che tu sei il Signore.
  • Hai incaricato la Chiesa di continuare la tua missione,
    – accogli il piccolo Cosimo, appena battezzato, nella tua comunità.
  • Signore, nostra speranza, tu ci prepari una dimora
    – affinché, insieme a Benedetto, Silvano e tutti i nostri fratelli e sorelle defunti possiamo partecipare della tua gloria.

(Tutti): Dio fedele, tuo Figlio Gesù, nostro fratello asceso alla tua destra in cielo, intercede per noi: abbi pietà degli uomini che si credono abbandonati e mantieni i nostri sguardi rivolti verso colui che tornerà a prenderci con sé per sempre, nel regno eterno, benedetto nei secoli dei secoli. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:

Nel nome del Signore Gesù predicate a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati. Alleluia. (Cf. Lc 24,47)

 

Comunione

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Sull’Ascensione si può pregare con la riflessione di Paolo in Efesini 4,1-13.

Lettura di domenica prossima, solennità di Pentecoste
Atti 2,1-11; Salmo 104; Lettera ai Romani 8,8-17; Giovanni 14,15-16.23-26

Ascensione
Il libro chiamato Atti degli Apostoli comincia con l’ultimo allontanamento di Gesù, la sua solle­vazione in cielo. Gesù ha continuato ad apparire ai suoi per quaranta giorni e Luca, nel suo vange­lo, ci tiene ascrivere che lo videro vivo, dunque non come una visione, ma in pienezza fisica. Que­sta è la bella promessa della risurrezione: che essa restituisca le forme concrete, che ne siano testi­moni i sensi.
Di quel giorno di congedo, oltre il quale Gesù non sarebbe più apparso ai suoi apostoli, resta scrit­to un breve dialogo in apertura del libro degli Atti degli Apostoli; solo due battute, ma essenziali. Al­cuni chiedono a Gesù se è pronto il momento del regno di Israele, che indica il tempo finale del mondo. Ottengono in risposta un rifiuto, perché non spetta loro conoscere quel tempo. A loro spet­ta invece, aggiunge Gesù, la forza per diventare suoi testimoni nel mondo. Gesù insegna così che è spreco interrogarsi sui tempi di scadenza della con­fezione mondo, è spreco cercare nelle sacre scrittu­re o altrove, nelle astronomie, la data di estinzione. Previsioni di apocalissi ne sono state tentate, e molte, ma non spetta a noi conoscere il termine della storia. Alla persona spetta, se ha fede, diven­tare testimone presso gli altri della notizia sacra. E in questa fede sentire la forza per reggere il compi­to. E a scanso di orgogli e di superbie, sappia che quella forza proviene dall’alto non da se stessi e che gli è donata per grazia e non per merito.
Al termine del breve colloquio gli apostoli lo vedono issarsi su di loro e galleggiare in alto fino a scomparire in una nuvola. Oltre non vedono, ol­tre i sensi non vanno, né i loro, né i nostri. Oltre c’è solo la fede e quella forza che scende dall’alto, afferra una persona e la lancia nel mondo a rac­contarla.
Questo è il testimone diretto, colui che viene nel nome di Dio. Ma molti come me che non hanno forza né fede, possono almeno riconoscere in queste persone l’impronta digitale, l’orma di scarpa di Dio. Allora anche uno che stenta col cielo, può diventare testimone indiretto. Anche se non ha visto Gesù issarsi in aria, può dire di aver visto la forza di fede scendere in un suo simi­le. Può dire d’aver visto in un altro la notizia.
Erri De Luca, nocciolo d’oliva, ed. Messaggero Padova, pag. 33