Da oramai diverse domeniche c’è stata ridata la possibilità di celebrare l’eucaristia comunitariamente. Ci siamo chiesti se fosse opportuno continuare il servizio di animazione della preghiera in famiglia attraverso i tre sussidi che venivano preparati. Abbiamo pensato di continuare il servizio, anche se in modalità differente; un solo sussidio in formato digitale. Questo perché ogni singola parrocchia predispone già foglietti stampati, per chi partecipa all’eucaristia domenicale in Chiesa.
Ma ci è sembrato importante continuare anche ad offrire uno strumento comune che possa aiutare i singoli o la famiglia o per prepararsi a celebrare insieme in Parrocchia, o a continuare nelle case una riflessione e una preghiera che sgorga dalla celebrazione eucaristica comunitaria. Siamo poi anche convinti che non tutti hanno ancora la possibilità, viste le restrizioni numeriche legate alla sicurezza, di partecipare alla celebrazione eucaristica. Ecco allora uno strumento che serva ancora da collegamento con la propria comunità parrocchiale.
E anche un segno, che ci invita a non tornare ad “essere e a fare” le cose di prima. A non lasciare inascoltato il grido, che questa pandemia ha lanciato alla coscienza della società e della chiesa, un forte appello al cambiamento così come ha scritto il Vescovo di Pinerolo Mons. Olivero: «Questo tempo parla, ci parla. Questo tempo urla. Ci suggerisce di cambiare. La società che ci sta alle spalle non era la “migliore delle società possibili… Non basta tornare a celebrare per pensare di aver risolto tutto. “Non è una parentesi”. Non dobbiamo tornare alla Chiesa di prima. O iniziamo a cambiare la Chiesa in questi mesi o resterà invariata per i prossimi 20 anni…»
Questa domenica grazie alle riflessioni di Don Luca, che mi è parso particolarmente ispirato nel commentare il Vangelo, unite alla lettura del documento (di nuovo complimenti a tutte le persone che hanno contribuito alla sua realizzazione) è stata un’ottima occasione per fermarsi e riflettere.
Di nuovo una domenica, come la scorsa, ricca di spunti e collegamenti con la vita reale di tutti i giorni. In un mondo dove la mancanza del lavoro spinge le imprese ad approntare una selezione sempre più spinta nella scelta di personale per cercare risorse di “talento” ecco che si pone una domanda per tutte quelle persone che, visto la penuria di posti di lavoro, potrebbero non rientrare nell’appartato produttivo attuale e restare ai margini della società.
Gesù anche nel contesto del brano di oggi è dirompente nel suo messaggio. Rompe ogni schema e va contro ogni ragionamento che si potrebbe immaginare dal nostro punto di vista. Non curandosi della forma e del messaggio che ne sarebbe conseguito tocca il lebbroso che rappresenta l’ultimo degli ultimi e liberandolo si accolla il suo male e la sua emarginazione.
Ancora una volta chiede riservatezza sul gesto, Gesù non cerca la notorietà come un divo del cinema o un campione di calcio, ma la potenza del miracolo è così forte che il lebbroso guarito non resiste e racconta il fatto a tutti.
Gesù, visto dai nostri occhi, sembra ovviamente inarrivabile però dobbiamo cercare di cogliere gli spunti che ci manda perché anche noi, con piccoli e semplici gesti, possiamo dare dei messaggi di amore e giustizia. Il mondo che ci circonda è pieno di persone che stanno male e che soffrono quindi Gesù oggi non sembra chiederci un miracolo dalla risonanza mondiale bensì quei piccoli gesti quotidiani, fatti in silenzio, che probabilmente passeranno inosservati nella storia ma che senz’altro avranno il giusto peso agli occhi del nostro Padre.