Dovevamo farcela

In qualche modo dovevamo farcela a rivedere i ragazzi del catechismo, a riprendere il discorso iniziato tre anni fa con le loro famiglie. A concludere il nostro percorso.

Le difficoltà ci sono sempre, il segreto è stato considerare la difficoltà Covid un ostacolo che si poteva superare, anche a costo di non rimanere agganciati alla nostra idea solita di ritiro della prima Comunione.

Un ritiro “condensato” e “semplificato” in 4 ore con la Messa al termine. Una Messa come una plenaria finale di un percorso fatto a lungo insieme.

E’ stato bello rivedere i ragazzi cresciuti e cambiati, ormai grandi per noi.
Le storie di tante famiglie si sono di nuovo intrecciate con la nostra Parrocchia, vite e volti giovani che hanno riempito gli spazi della canonica, dell’oratorio, del campino.

Luoghi che li aspettavano, perché esistono per loro.
Noi catechisti abbiamo fatto turno doppio (sabato 19 e domenica 20 settembre), per poter dividere i ragazzi in due gruppi di 30 e poi ancora in 4 gruppi di 8. 

Dopo aver accolto i ragazzi nel cortile all’aperto e aver cantato insieme, abbiamo ascoltato il brano del Vangelo che racconta l’episodio dei discepoli di Emmaus e Carolina ci ha recitato un piccolo midrash che raccontava in prima persona l’impressione di uno dei due discepoli che aveva invitato Gesù a rimanere perché ormai era sera.

Ci siamo poi divisi in piccoli gruppi e abbiamo approfondito le grandi domande della Comunione sacramentale con giochi ed esperimenti.
Mascherine, disinfettanti, distanze: incredibile ci siamo riusciti, i ragazzi hanno collaborato.

Un po’ più fatica durante l’intervallo, ma ce l’abbiamo fatta.
Bello anche il momento del deserto in Chiesa: ogni bambino disteso sul proprio materassino in silenzio a riflettere sul brano dei discepoli di Emmaus e a prepararsi per la Confessione con don Luca e don Ciprian.
Tutti piccoli semini che si spera germoglieranno, in un tempo che non sappiamo e che non sarà nostro.

Ringraziamo di cuore tutti quelli che hanno collaborato a questa impresa e le famiglie che ci hanno dato fiducia e appoggio, molto importanti per noi. Grazie al Signore senza il quale non avremmo fatto niente.

Liliana