La giornata di ieri (domenica 8 marzo) è stata emotivamente impattante. Il Giorno del Signore senza incontrarci, senza salutarci, senza celebrare insieme l’amore del Signore, mi ha sbalestrato.
Il punto di svolta per me è stata una telefonata di Serena alle 10 che mi ha proposto di preparare velocemente un sussidio per la preghiera in famiglia, cosa che abbiamo fatto e abbiamo reso disponibile attraverso la pagina Facebook della Parrocchia.
Ho poi riflettuto tutta la giornata sull’importanza di ciò che avevamo fatto quasi d’istinto: avevamo accettato il fatto che una nuova situazione non possa essere affrontata con simulacri dei tradizionali strumenti (es. Messa alla televisione) e che la sfida era diventata quella di sperimentare cammini nuovi adatti alla nuova condizione ed espressione di una partecipazione viva e di un protagonismo vero del Popolo di Dio.
Smettere quindi di considerare questo tempo una “disgrazia” (la cui cifra più estremista è quella della punizione divina) per passare vederlo come un tempo di Grazia nel quale il Signore, togliendoci il conforto dei riti che ci rassicurano, ci costringe a ripensare da capo il nostro rapporto con lui e a riesprimerlo con modalità e linguaggi nuovi.
I vituperati social media in questa fase possono essere preziosi per mantenersi in contatto in tempi di isolamento, e anche come strumento di una ricerca comune di nuovi cammini che magari scopriremo intriganti anche quando tutto questo sarà finito.
Vi prego di considerare queste righe come il lancio di una riflessione che ho intenzione di lanciare su tutti i canali social della parrocchia e che affidiamo insieme all’assistenza dello Spirito. Grazie.

Don Luca Niccheri